Estratto dal convegno “Finanza e Crisi D’Impresa” realizzato per l’Ordine degli Ingegneri della provincia di Monza e Brianza
(intervento di V. Ravot)
Versione integrale del convegno
“Finanza e Crisi D’Impresa”
Relatori: | |
Giorgio Corno: | Avvocato, Solicitor (England and Wales) Studio Corno Avvocati. |
Pier Giorgio Signorelli: | Consulente bancario, già Direttore Centrale (area crediti) del Gruppo Banco Popolare. |
Daniele Acquati: | Consulente BCC Carate Brianza, già Direttore Centrale Responsabile della Direzione Legale e Contenzioso del Gruppo Bancario Banca Popolare Commercio e Industria. |
Vittorio Ravot: | Ingegnere, Studio Di Ingegneria Aziendale e d’Impresa |
Gli effetti della crisi
Gli effetti di tutto questo sono inevitabili : forte indebitamento, principalmente con Agenzia delle Entrate ed INPS, ritardo nel pagamento dei fornitori, scadenze di Leasing e finanziamenti non rispettate con conseguente segnalazione alla Centrale Rischi e abbassamento del rating, tensioni bancarie, perdita del posizionamento commerciale. Spesso l’indebitamento supera la capacità dell’azienda di farvi fronte con i ricavi che tendono via via a calare.
L’imprenditore più sensibile e pragmatico accetta e decide di farsi dare una mano. Non è facile, perché presuppone la consapevolezza di avere dei limiti nel quadro di una attività che lui stesso ha creato e sulla quale ritiene di saperne più di chiunque altro. Ma accettare un aiuto professionale esterno, cedendo all’orgoglio personale, è spesso l’unico modo per salvare l’azienda e farla ripartire su nuove basi. Anche perché gli interventi di ristrutturazione aziendale agiscono prevalentemente fuori dal campo di competenza specifica dell’imprenditore.
L’azienda si salva facendo leva su questioni di natura fiscale, societaria e legale e si rilancia operando sulla gestione, sull’organizzazione, sulle risorse finanziarie, sui processi, sulle politiche commerciali e di vendita. E alla fine si stabilizza lavorando sul conto economico, sulla comunicazione e sul management.
Per quanto grandi siano le difficoltà di una azienda, un progetto di salvataggio e rilancio è sempre possibile anche per una azienda tecnicamente fallita. E’ tuttavia indispensabile che l’azienda abbia ancora degli assets: buoni prodotti, buoni clienti, buona reputazione.
Occorre conoscere le motivazioni dell’imprenditore per sapere sino a dove ci si può spingere.